“Avevo la Valle davanti agli occhi e dentro il cuore”, così mi aveva confidato Guglielmi quando mi parlava di questo progetto. Una lunga genesi che partiva da quel volumetto “Poesie della Risacca”, ormai un cult per tutti quelli che avevano seguito la vicenda artistica e musicale di Gene. Con questo lavoro, pubblicato nel 1977, l’interprete riconosciuto dell’epopea Beat, chiudeva una prima importante parte della sua vita. La degenerazione del movimento stesso, l’equivocato senso di libertà delle nuove generazioni, il fallimento delle utopistiche proposte sessantottesche, la strumentale politicizzazione di ogni espressione artistica, portarono Guglielmi verso un lungo momento di pausa e riflessione, dedicandosi a discipline e interessi culturali concreti e definitivi.
GENE GUGLIELMI (San Salvatore Monferrato 1947), architetto, poeta e cantautore. Figlio di Alighiero, popolare marciatore tra gli anni ’30 e ‘50, balza alla notorietà in piena era beat, dopo essere stato scoperto da Carlo Alberto Rossi e lanciato nella trasmissione Rai “Giochi in famiglia” di Mike Bongiorno. Tra il 1966 e 1967 diventa un’icona giovanile “di protesta” con la song I Capelli lunghi; piazza poi in classifica E voi e voi e voi, Mini mini mini e Preghiera Beat, prima di collocarsi nel panorama cantautorale dei decenni successivi. Docente universitario è autore di numerose pubblicazioni sia di saggistica che di storia dell’arte. Ha pubblicato diversi testi poetici tra cui “Poesie della Risacca” edito nel 1977.
EMANUELE IOB (Lecco 1965), la sua opera è rivolta al disegno, alla pittura e all’incisione. Dal 1992 ad oggi ha partecipato a diverse mostre collettive e personali occupandosi anche di scenografia. Numerosi i suoi “libri d’artista” tra i quali uno dedicato alla poetessa Alda Merini. Recentemente ha affrontato il tema del rilievo scultoreo, realizzando il bassorilievo in bronzo di Giorgio La Pira per la Sala consigliare del Comune di Varenna a lui intitolata (2018). Lo stesso per la targa (2023) a memoria di Padre Davide Turoldo collocata sulla passeggiata a lago sempre nella località lariana dove Turoldo amava sostare. Una sua copertina è stata pubblicata per Le Edizioni Paoline (2024).