Quest’opera presenta un commento all’Apocalisse diviso in due livelli: l’uno di carattere generale per farne intendere il senso nei suoi tratti salienti, talora correlandoli ad episodi della contemporaneità; l’altro che potremmo dire autobiografico con riferimento alla vita dell’autore. In questo libro il commento autobiografico non vuol dimostrare nulla di nuovo sull’opera esaminata, ma parla della sua vitalità: anzi della sua spiritualità, nel senso che l’ispirazione dell’Apocalisse (che in greco vuol dire “rivelazione”) si ripresenta aggiornata ai nostri tempi nell’esperienza di un sacerdote che, non diversamente da Giovanni, è testimone di Gesù. A tal punto “superfluo” cambia significato: non più “in castigo”, fuori-dalla-classe, bensì nell’eccellenza dei “fuori-classe”. Il libro ha un taglio spirituale, niente affatto sindacale o polemico; semplicemente vuole mettere in comune esperienze personali a conforto di chi si trova nelle condizioni descritte e a guida di chi deve prendere decisioni per gli altri... un servizio reso a molti “superflui” della Chiesa a cui tutti devono qualcosa.
Roberto Radice