Perché un racconto teatrale dedicato agli anni giovanili di Gianni Rodari? La domanda sorge spontanea, visto che il Rodari che tutti conosciamo è quello dell’età più adulta, il maggior favolista italiano del Novecento.
Questo racconto teatrale narra, invece, la “prima vita” di Gianni, quella della sua formazione, quella dell’evoluzione del suo pensiero, quella del Maestro Straordinario. Eh sì, perché Gianni Rodari, prima di essere uno scrittore, è stato un Maestro elementare, Straordinario, cioè supplente. Vengono narrati così i primi ventitré anni di vita dello scrittore, quelli che vanno dal 1920 al 1943, ultimo anno di insegnamento come Maestro Elementare nella scuola di Uboldo, frazione di Saronno. Quella Uboldo dove Rodari troverà il seme della sua futura attività: inventore di alcune tra le più belle favole per bambini del ’900. Sono gli anni che coincidono con il “ventennio fascista” che fa da sfondo al racconto della vita del giovane Rodari che si dipana dal lago d’Orta al lago di Varese fino alla provincia di Milano. Da Omegna a Gavirate, passando per Seveso, fino ad arrivare ad Uboldo, il racconto ha sempre in controluce le condizioni di vita dei giovani e dell’educazione che veniva impartita dal Regime Fascista.
Alessandro Colombo. Giornalista, scrittore, autore e docente universitario. Tradatese, nella sua lunga carriera come giornalista ha scritto, tra gli altri, assieme a Chiara Zangarini, il libro “Scritto e firmato da Gianni Rodari” da cui è tratto il testo teatrale. Esperto di presentazioni e conduzioni di serate ed eventi, è autore del testo teatrale.