La cosa più bella che possa capitarci nella vita è lasciare un buon ricordo. Nelle persone che incrociamo, nei piccoli pezzi di vita che dividiamo con qualcuno, fosse un giorno, mesi o anni. In poco meno di duecento pagine, Giuseppe Agnesina traccia, con sp unti reali, episodi di vita vissuta in quella Gallarate che ormai non c’è più... e lo fa riannodando i suoi anni della gioventù. Le vicende raccolte si dipanano dagli Anni ’5 0 fino ai primi Anni ’70, tra la Piazza Libertà e la gita al Porto della Torre. L’ autore, tuttavia, rimane anche saldamente ancorato alla casa paterna di via Campo Sportivo, dove intrecci di grande storia si mescolano alla piccola senza mai prevaricarla. Qui sta tutto il cuore del libro che trasuda di riconoscenza; l’autore descrive le vicende dell a propria adolescenza senza troppo indulgenze, perdendosi talvolta in nostalgie. Agnesina, con scrittura semplice, diventata ahimè merce rara, trascina il lettore dentro pagine vive in cui alla “quotidianità” fa da contrappunto la goliardia e dove i protagonisti non sono personaggi, ma persone vere. Come vere sono le emozioni che coinvolgono direttamente l’autore: s’intuisce che di quegli anni, della “sua” Gallarate Giuseppe Agnesina se ne va giustamente orgoglioso.
Mi chiamo Giuseppe Agnesina. Sono nato nel maggio del 1948 e ho vissuto a Gallarat e fino al settembre del 1982. Per oltre quarant’anni, ho lavorato per multinazionali americane e tedesche e la mia vita è passata tra automobili, treni, aerei, clienti, riunioni, convention, ristoranti e camere d’albergo. Nelle lunghe e solitarie sere, chi uso in camere pretenziose e fredde, oltre alla mancanza di mia moglie e di mio figlio, sentivo una profonda malinconia per gli amici, la piazza e la sua fontana. Proprio grazie a questa solitudine e a questa malinconia, sono nati tutti i racconti riportati in questo libro.