Avere novant’anni e provare ancora ininterrottamente la voglia di scrivere e indagare la “commedia umana” che si svolge, irresistibile e sempre sorprendente, nelle Province lombarde e oltre: è questa la grande qualità, la forza vitale di Ernesto Masina.
E pensare che tutto è cominciato alla già rispettabile età di 76 anni: A 76 anni, stanco di leggere romanzi con un'infinità di personaggi difficili da ricordare (ed un inizio di arteriosclerosi non aiuta), trame complicate e finali scontati, ho deciso di tentare di scrivere il romanzo che mi sarebbe piaciuto leggere. E' nato così “L'orto fascista” che non è né vuole essere un romanzo storico o politico. E' una tragicommedia (più commedia che a volte sfiora la pochade) che si svolge a Breno, un piccolo paese della Val Camonica, patria dei miei avi materni, nel 1943 all'atto dell'invasione tedesca in Italia. Il romanzo è stato accolto molto bene dalla critica. Alcuni mi hanno paragonato a Piero Chiara, altri al “miglior” Andrea Vitali. I critici del gruppo “La Stampa” hanno collocato il mio lavoro nel sito “Lo Scaffale” ove vengono ospitati solo i libri che non dovrebbero mancare in ogni biblioteca famigliare. Ristampato con il titolo: “Quasi tutto avvenne per caso” ha vinto il premio della giuria de “La città del Ponte” 2024, è arrivato tra i finalisti del Premio Città di Como e quarto nel Premio “Autori Italiani” all'interno della Fiera del Libro di Torino. Spinto dall'entusiasmo ho pubblicato “Gilberto Lunardon detto il Limena” e quindi “L'oro di Breno” Anche loro hanno avuto buon successo. Il protagonista principale dei miei romanzi è un vecchio prete: don Arlocchi, coadiutore del Parroco di Breno. E' un personaggio buffo, ma dalla grande saggezza. Confusionario e dalla vita sregolata quanto basta, ma con un cervello che riesce a raggiungere il fine che sempre si propone: quello di risolvere, o di aiutare a risolvere, i problemi dei suoi parrocchiani. Nel 2019 ho pubblicato “Il sosia”, un giallo. Non avendo alcuna esperienza in questa tipologia di romanzi temevo un fiasco. Con grande meraviglia le critiche sono state anche questa volta positive. Nel 2020, per festeggiare il mio ottantacinquesimo compleanno, ho dato alle stampe “Don Arlocchi e il mistero della statua di Minerva”. Partendo dal reale ritrovamento di un tempio romano con la statua della dea Minerva priva di testa, ho inventato quanto potesse essere fatto per il ritrovamento del pezzo di grande valore archeologico. Nel 2021 ho pubblicato “L'abbraccio” un romanzo contro il maschilismo latente che, a mio giudizio, è poco considerato e fa più danni della violenza fisica. Sono stato ospitato da varie associazioni femminili ove il mio scritto è stato veramente apprezzato e la mia teoria largamente condivisa. Nel 2022 è uscito “Nessuno” che racconta la storia, ovviamente inventata, di un ragazzo che alla morte dei suoi genitori si rende conto di non essere mai stato denunciato all'anagrafe né mai battezzato. Quindi per lo Stato e la Chiesa non esiste. Dopo la morte di mia moglie, dopo 62 anni e 4 giorni di felice matrimonio, ho dedicato a Lei il mio penultimo lavoro: “Lui per Lei”. In brevi pagine racconto gli ultimi giorni della sua vita in contrapposizione ai lunghi periodi della nostra comune esistenza non sempre serena, ma durante i quali non è mai mancato l'amore e la sopportazione reciproca. L'ho scritto in una notte e l'averlo fatto mi ha dato una grande serenità. Purtroppo, invece, tutti quelli che lo leggono, non riescono a trattenere le lacrime. L'anno scorso sono tornato al mio caro don Arlocchi facendogli vivere una nuova avventura. Il titolo è “La strana eredità per il povero don Arlocchi”.