Nei piccoli paesi varesotti di metà Ottocento sembrava non succeder mai nulla, eppure non tutti si accontentavano di coltivare la terra o praticare mestieri di supporto. C’erano anche altri che rimpiangendo Napoleone cospiravano contro L’Austria o che iniziavano a cercare alternative di guadagno inventando l’industria manifatturiera.
Virginia apparteneva a una famiglia di agricoltori, da serena adolescente si divertiva dei piccoli fatti di giornata che punteggiavano la cerchia famigliare o al massimo il paese, non avendo motivo di pensare che domani l’aspettasse niente di diverso dal giorno precedente.
Invece qualcosa di grande come il Risorgimento lombardo batte alla porta e un giorno uno di quegli altri paesani riparato all’estero torna apposta per prenderla in moglie portandola con sé nell’Argentina sub tropicale dove ha impiantato una fabbrica. Virginia l’impavida in quella terra lontana darà al marito Fagetti ben sei figli, insieme a un aiuto essenziale perché la famiglia possa tornare in Lombardia carica di soldi!
La storia è riportata dalla nipote Fabia, scrittrice di cultura che in questo caso resta incantata dall’atmosfera di quella società d’un tempo, riuscendo a riportarci con maestria nell’atmosfera di quell’angolo di Lombardia prima della Rivoluzione Industriale.