La poesia di Enrico Messori può essere configurata come un insieme di ‘contrappunti dell’anima’, un sintagma musicale, innanzitutto, dove il senso è rintracciabile già nel suono.
L’Autore dichiara apertamente la sua Tradizione, che è la lirica italiana moderna e contemporanea, anche se non ne fa ostentata dimostrazione.
A Messori interessa la sinestesia ovvero l’espressione dell’anima poetica all’incrocio delle arti… La raccolta è pervasa, direttamente e indirettamente, di afflato familiare, le figlie bambine e poi adulte, ad es., avvisaglia perspicua del ‘lessico famigliare’ che Enrico Messori fa rifluire nella sua poesia (Rino Caputo).
I versi di Enrico Messori affabulatori, fantastici, eppure nel contempo così legati a valori quotidiani, alle radici dell’io, alle reminiscenze, alle tenerezze, agli abbandoni che li rendono profondamente umani pur in questa continua pulsione intimistica che pare erigersi sulle cose, scavalcarle con i soffi del sogno, ricostruirle in visioni ora tenui ora rabbiose, sempre penetrate dall’energia che vive nelle speranze dell’autore (Giulio Panzani).
Enrico Messori è nato a Modena nel 1955. Docente di discipline giuridiche ed economiche negli Istituti Tecnici Statali e organizzatore di eventi culturali, ha pubblicato articoli scolastici e testi di dottrina, prodotto o curato libri di educazione civica, di osservazione della realtà sociale e del costume. Corde del sentire civile e falcata d’interprete sono emerse anche nelle sue diverse partecipazioni ad azioni formative, convegni, seminari. Presso Macchione Editore sono usciti due suoi romanzi: nel 2019, Ritorno a Correggio e, nel 2020, Schegge d’ambra nella Bassa (www.enricomessori.it).