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Nel diario della Guardia di frontiera tedesca l'annotazione dell'arresto di Liliana Segre
Nel diario della Guardia di frontiera tedesca lannotazione dellarresto di Liliana Segre

LA “CACCIA AGLI EBREI” NEL VARESOTTO
nel diario della Guardia di frontiera Tedesca
 
MOSTRA TRATTA dal libro:
“Resistenza! 1943: la battaglia del S.Martino e la caccia agli Ebrei nel Varesotto”

di Chiara Zangarini

 
Sono tre le pagine del diario che contengono le uniche immagini conosciute che documentino la cattura di ebrei in Italia. Vengono catturati nel tentativo di passare il confine verso la Svizzera. Sono state scattate a Dumenza e a Varese, al carcere dei Miogni e a villa Concordia, dove gli ebrei arrestati erano radunati. Da lì erano trasferiti a Como o a Milano, in seguito al Campo di concentramento di Fossoli (Carpi - MO) e infine avviati nei lager nazisti.
Ogni giorno  il diario annota la tipologia delle persone arrestate, mentre alla fine di ogni mese stende il riepilogo. Non riporta nessun nome delle persone arrestate, ma bisogna saper leggere tra le righe per scoprire informazioni interessantissime:
 
ecco l’annotazione del 7 dicembre 1943. “Arresti: il Posto di Controllo di Bizzarone ha arrestato un italiano per contrabbando di uomini. Il Posto di Controllo di Pino ha preso 2 ebrei mentre attraversavano illegalmente il confine. Durante un tentativo di fuga verso la Svizzera sono stati catturati dal Posto di Controllo di Saltrio quattro ebrei, mentre un ebreo è stato preso nello stesso giorno dal Posto di Controllo di Drezzo.”
 
Tra i quattro ebrei catturati dal posto di controllo di Saltrio, sottolineando “durante un tentativo di fuga verso la Svizzera” c’erano l’Onorevole LILIANA SEGRE e suo padre. La Senatrice racconta infatti che erano in tutto quattro persone quella notte del 7 dicembre, che erano riusciti a passare il confine, ma che la sentinella alla quale furono affidati, invece che metterli in salvo, li accompagnò al comando di polizia di Arzo (Svizzera). Il Posto di Controllo della Guardia di Frontiera Tedesca che si occupava del confine con Arzo era a Saltrio.
 
Il numero totale delle persone arrestate nel tentativo di varcare la frontiera nel distretto di Varese è 687, di cui 157 ebrei.
Freddi numeri dietro i quali si celano drammi di persone e intere famiglie che avevano invano cercato di rifugiarsi in Svizzera per sottrarsi alla morte nei campi di sterminio; disertori, renitenti alla leva, prigionieri di guerra che videro le loro speranze infrangersi e, nel caso degli ebrei, spegnersi per sempre.

Le cifre riportate nel diario riguardano solamente gli ebrei intercettati dalla Guardia di Frontiera tedesca, pertanto non sono da ritenersi esaustive del numero degli ebrei arrestati sul confine italo-svizzero del varesotto nel periodo considerato. Di vigilare la frontiera si occupavano anche i militari italiani: Guardia di Finanza, Carabinieri e Milizia confinaria. Mentre gli ebrei arrestati dalla Guardia di Frontiera venivano deferiti al Comando tedesco più vicino, quelli arrestati dalla Milizia direttamente alla Questura. Alcuni venivano deferiti al carcere di Como, altri a Milano, altri ancora venivano inviati ai campi di concentramento senza essere registrati, cosicché risulta difficoltoso individuare il loro numero esatto. Solamente nell’autunno del 1943, 5 mila ebrei valicarono il confine in territorio varesino, spaventati dall’arrivo dei tedeschi e dalle notizie dei primi eccidi perpetrati soprattutto sulla sponda piemontese del Lago Maggiore fra Meina e Stresa.

 
 RICORDIAMO A SCUOLE, ENTI E ASSOCIAZIONI

che la mostra è disponibile gratuitamente

La mostra è curata da Chiara Zangarini, docente di storia e curatrice del libro “Chronik, Varese 1943 nel diario della guardia di frontiera tedesca” cui è ispirata l’iniziativa.

L’autrice, ha unito il meticoloso metodo del ricercatore alla passione dello storico, rintracciando, studiando e dando un senso cronologico e logico ai fatti accaduti nella provincia di Varese durante il periodo compreso tra il 16 agosto del 1943 e il 28 febbraio del 1944. Un racconto riassunto in maniera esplicita dalla mostra: “Le sue fotografie mostrano i luoghi, i protagonisti e le azioni degli occupanti tedeschi – si legge nella presentazione – Soprattutto sono le uniche fotografie esistenti relative alla Shoah in Italia. Non esistono altri scatti che documentino l’arresto e la deportazione degli ebrei nel nostro paese.”

Link:
http://www.stabio.ch/archiviodellamemoria/resistenza%20pannelli%2070x100.pdf

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