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Leggi su www.pinoboero.com la recensione del libro SCRITTO E FIRMATO DA GIANNI RODARI
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MACCHIONE: Chiara Zangarini, Scritto e Firmato da Gianni Rodari. Il registro di classe della terza elementare di Uboldo dove nacque la Fantastica, Interviste, ricordi e testimonianze a cura di Alessandro Colombo, €  15,00

Perché non possiamo non dirci “rodariani” mi pare un bel motto, dal suono definito capace di scalzare i “cristiani” di Benedetto Croce: lo affermo con qualche ironia perché questo centenario ci ha ormai assuefatto ai “rodariani” in servizio permanente  effettivo e a quelli di complemento, ai citazionisti  compulsivi e agli utilizzatori finali delle citazioni medesime, insomma se valesse il principio applicato da Rodari nel suo barone Lamberto noi, a forza di ripeterne il nome, lo ritroveremmo qui davanti in carne e ossa a guardarci con ironia, magari in calzoni corti perche “lambertianamente” ringiovanito … Dico questo non certo per rinnegare il nome di Rodari ma solo perché osservo quanto questo sia diventato per alcuni motivo di un’esibizione di sé che nulla ha a che vedere con la ricerca che è anche scavo silenzioso e modestia di approccio. Per fortuna – e lo dico con molta convinzione – esiste chi da anni studia Rodari non pretendendo di impartire lezioni a qualcuno, ma solo mettendo a disposizione, con umiltà, i risultati della sua ricerca, parlo naturalmente di Giorgio Diamanti prezioso biobibliografo di Rodari cui siamo tutti ricorsi, ma qui parlo soprattutto di  Pietro Macchione, l’illuminista rivoluzionario (sua definizione) editore a Varese che ha fatto del lavoro di ricerca su Rodari giovane una ragione di vita: potrà sembrare strano ma fino a venticinque anni fa poco sapevamo degli anni della formazione di Rodari, di quegli anni dell’infanzia e della giovinezza trascorsi tra Omegna, Gavirate, Varese e dintorni che invece sono così importanti per la poetica di un autore; cominciò a parlarne Macchione in Letteratura e popolo: analisi di un’esperienza provinciale, Varese 1944-1960, con repertorio di 33 autori e i primi scritti di Gianni Rodari (Lativa, Varese, 1984), continuò Luciano Caimi puntando soprattutto sugli anni del seminario e dell’esperienza religiosa (Gianni Rodari: gli anni della formazione e della prima militanza comunista. 1920-1946 in “Annali di Storia dell’Educazione e delle Istituzioni Scolastiche”, n. 1, 1994) e a dare completezza al quadro arrivarono i volumi di Macchione ormai diventato editore in proprio: Gianni Rodari e la signorina Bibiana. I racconti e gli scritti giovanili (con Chiara Zangarini e Ambrogio Vaghi), Macchione Editore, Varese, 2010; Storia del Giovane Rodari (con Chiara Zangarini e Ambrogio Vaghi), Pietro Macchione Editore, Varese, 2013. Se a questi aggiungiamo il testo edito da Macchione nel 2006 con l’Associazione Amici di Fignano Gavirate, Ricordar Rodari e l’altro del 2010 di Maria Grazia Ferraris, Gianni Rodari un fantastico uomo di lago stampato solo a cura degli Amici di Fignano, ci rendiamo ben conto delle energie positive che Macchione ha attivato: un team di collaboratori capace di  “sporcarsi le mani” negli archivi per restituirci le collaborazioni di Rodari sedicenne a “L’Azione Giovanile” (già reperite da Caimi), a “L’Ordine Nuovo” di Varese, al “Corriere Prealpino” più una serie di memorie dirette dall’Autobiografia dello scrittore alle testimonianze di chi in quegli anni l’aveva conosciuto. Questa lunga premessa per dire che il volume di oggi aggiunge una tessera all’importante mosaico delle prime esperienze rodariane: all’inizio dell’anno scolastico 1942-1943 il maestro Giovanni Rodari arriva in prima nomina come insegnante di ruolo a Uboldo frazione di Saronno, gli viene assegna una terza maschile di quarantasei alunni abbastanza diversi per età (il 33% della classe era formato da ripetenti); il giornale della classe riprodotto anastaticamente dà conto del programma da svolgere e delle attività mensili: dalla lettura delle notazioni non attendiamoci di trovare già il Rodari della maturità che conosciamo, troviamo però diverse buone sorprese con il giovane maestro che il 18 novembre scrive che “il freddo si fa in questa classe terribilmente sentire… le facce restano pallide, livide… e non è possibile che profittino di una scuola di questo genere”. Anche a livello di didattica emergono significative indicazione, quella del 25 novembre che vede Rodari far lezione di storia sulle 5 giornate di Milano mostrando “le caricature milanesi dell’epoca” o quella del 19 aprile che vede Rodari proporre agli alunni “di scriversi su un biglietto… tutto quello che volessero”: “Ne sono usciti i diari più spigliati e vivaci ch’io non abbia mai letto”. Non voglio dilungarmi ma ancora una volta  l’editore Macchione ha colpito nel segno e Chiara Zangarini ha curato con bravura e precisione questo prezioso volume. (Pino Boero)

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