NON HO MAI PERSO UN TRENO La vera storia di Giordano Zuliani di Davide Ielmini (978-88-6570-606-0)
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Non ho mai perso un treno
Manovratore delle Ferrovie dal cuore green, attivista del WWF, pedalatore e buona forchetta: la vera storia di Giordano Zuliani
di Davide Ielmini
C’è chi il respiro lo conserva (quasi se lo volesse mettere in tasca per i giorni che verranno), chi lo mordicchia (ricordo dell’ultimo boccone di brioche e caffè), chi lo trattiene (e passa la giornata in apnea), chi lo prende a piccole dosi (giocandoci tra le labbra), chi lo trasforma in sospiro e il sospiro in sorriso. Chi lo spreca e chi lo butta. C’è chi, infine, sembra quasi non ne abbia bisogno: il suo respiro è immutabile e avvolto nella nube di un silenzio che in una carrozza ferroviaria si può distintamente apprezzare. Perché, nonostante tutto, il treno è un enorme polmone: custodisce l’alito di chi ci sale sopra per poi rispedirlo nei circuiti dei viaggi. E quel luogo che è la stazione, ancora oggi, aggrega i mille luoghi dove non accade nulla - se non l’attesa - eppure accade sempre tutto. In una stazione scorre il mondo. È la vita non solo di chi guarda, con gli occhi in su, il tabellone delle partenze e degli arrivi - perché c’è chi va e chi torna - ma anche di chi fa di queste traiettorie una ragione di sopravvivenza. Giordano Zuliani è un omone di 83 anni. È friulano, ha una parlata rotonda, ti guarda dall’alto: è un gigante buono. Pieno di ricordi negli occhi e nelle parole. In Ferrovia ci entra nel 1952 «per disperazione». «La ferrovia è una questione di famiglia racconta Giordano - ma lo è per una questione altrettanto importante: il lavoro che deve contrastare la miseria. Lavoravo e studiavo, perché avrei tanto voluto diventare operaio qualificato. Poi le imprese chiusero e mi ritrovai ad un bivio. Giordano Zuliani fa «quello che fanno molti meridionali: tento il concorso in ferrovia, lo supero ed inizio come ausiliario. Cedo al fascino dei treni».
DAVIDE IELMINI
Laureato in Scienze Politiche all’Università degli Studi di Milano in sociologia della musica, sociologia della cultura e cultura di massa, è giornalista, saggista e scrittore. Ha scritto per il Corriere della Sera (dorso Lombardia), Alias (inserto del Manifesto), Il Corriere del Ticino, Ritmo, La Prealpina, Varesenews, La Provincia di Varese. Ha pubblicato saggi, racconti, raccolte di poesie, fiabe per Zecchini Editore, Centro Scientifico Editore, Macchione Editore, Nicolini Editore. E’ tra i venti critici di musica jazz (solo tre gli italiani) presenti nel volume “Eurojazzland” pubblicato dalla Northeastern University Press. L’ultimo libro, presentato all’Open Jazz Festival di Ivrea nel mese di marzo 2019, è “Il suono ruvido dell’innocenza” con prefazione di Claudio Sessa, critico del Corriere della Sera. Una sua intervista a Ennio Morricone è stata inserita tra i testi consigliati per il Corso di Musica Contemporanea del Polo Universitario di Imperia. Il breve racconto “Non un minuto è andato sprecato” è risultato vincitore del contest lanciato da “La Lettura” del Corriere della Sera in occasione dell’Alzheimer Fest. Alcuni suoi lavori sono stari recitati da Rosalina Neri alla Rete2 della Rtsi e portati in scena dalle compagnie teatrali di Paolo Franzato e Serena Nardi. Ha tenuto un seminario in sociologia della musica al Conservatorio di Como. Collabora con la rivista MUSICA. Alcune sue interviste sul rapporto musica e società sono state pubblicate su magazine di psicologia, e una sua intervista è stata inserita nel volume “Una carezza sulle ali” pubblicato dall’Università Cattolica di Milano (Master in Comunicazione Musicale). Fa parte del Team Comunicazione di Confartigianato Imprese Varese.
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