UN CARDINALE ROSSO A VARESE
SETTANT’ANNI DI STORIA, GUERRA, POLITICA E COOPERAZIONE
di Ambrogio Vaghi
Vaghi, in casa mia, rappresentava, con altri compagni, una sorta di leggenda. Fin da bambino, ogni giorno, mio padre acquistava l’Unità e, a pranzo e a cena, l’argomento principe era la politica. E mi parlava di quelle persone e del mitico compagno Vaghi. (Daniele Marantelli)
Ci sono due elementi vivi e immediati nella figura di Ambrogio Vaghi: la passione e la sua capacità di leggere e vivere il cambiamento. Ha attraversato per intero quasi dieci decadi della vita varesina e lombarda. Ha conosciuto personaggi di altissimo livello... La politica, la scrittura, la gestione delle aziende e del territorio e per finire di movimenti associativi e sociali sono stati i motori della sua lunga e intensa vita. (Marco Giovannelli)
È una di quelle persone che si vanno a trovare volentieri. Vogliamo dire un saggio? Ma Ambrogio Vaghi è soprattutto il “cardinale rosso”. Non entrerà mai in conclave... ma se ci entrasse e fosse eletto, sarebbe un pontefice in sintonia con Leone XIII, il fondatore della dottrina sociale della Chiesa... vicino alla sensibilità di Giovanni XXIII, il papa che avviò il rinnovamento della vita religiosa... e andrebbe d’accordo con papa Francesco che si batte per gli ultimi senza compromessi... sarebbe un papa di sinistra. (Sergio Redaelli)
Al centro di questo libro c’è la vita, straordinaria per talenti e risultati, di Ambrogio Vaghi, ma in realtà è come se, attraverso la sua esperienza, prendessimo coscienza di un’intera generazione di ventenni e non solo, che dopo avere dato il proprio contributo alla Resistenza, si sono fatti carico di completare e raddrizzare un’istituzione, la Provincia di Varese, che era nata fascista e anti popolare. Una battaglia questa che il “fronte” delle sinistre, in particolare il partito comunista, vollero intestarsi con grande lungimiranza, mentre altri partiti politici pensavano addirittura a un ritorno alla situazione antecedente al fascismo. Una battaglia che Ambrogio e i suoi coetanei seppero vincere. (Pietro Macchione)