Un vecchio sapiente e un giovane curioso e perspicace, capaci di parlare lo stesso linguaggio dell’anima, decidono di intraprendere un lungo viaggio per le vie del mondo partendo da un remoto villaggio situato nel grande deserto. Motivo di tale viaggio è senz’altro scoprire nuovi luoghi e nuovi popoli, ma soprattutto, i due protagonisti, intendono esplorare l’universo ancora sconosciuto dei sentimenti umani, come la felicità, l’amore, l’amicizia, il dolore: il senso stesso della vita, in altre parole.
Diventa imprescindibile per loro la conoscenza del pensiero filosofico che intorno a questi temi andava sviluppandosi nelle antiche civiltà di Atene e di Roma, centri ove detto pensiero era in forte evoluzione e costruiva già nuovi paradigmi culturali che avrebbero cambiato l’approccio dell’uomo con il cosmo, la divinità, il concetto di esistenza.
I protagonisti, Gandus e Zadir, personaggi senza tempo, attraversano sette secoli di storia del pensiero filosofico e non - da Eraclito a San’Agostino - prima di giungere ad una personale convinzione sul ruolo che i sentimenti esercitano nella vita dell’uomo.
Ed è proprio attraverso questo viaggio, reale e metaforico allo stesso tempo, che essi riescono ad avvicinarsi a quel punto remoto dell’anima dove i sentimenti umani, taciti e nascosti, risiedono e riposano, in attesa di essere scoperti e svelati.
Il lettore di questo libro compirà, lo voglia o no, egli stesso un’opera di “disvelamento” di sé, portando alla luce parte di quel suo mondo nascosto che, per motivi vari, non ha mai osato scoprire o indagare a fondo.