Chiusa la trilogia ambientata sul ramo di Lecco, la lente di ingrandimento di Lischio si sposta ora sulle rive del Lambro. Qui, il meccanismo che innesca il nuovo giallo è la morte di un ospite di Villa Guaita, un tempo RSA. L’indagine consente di scandagliare un mondo, quello degli anziani, dove circolano ancora sentimenti e passioni che nessuno spazio chiuso riesce a soffocare. Il solo nome di Fiorella - con quel suo richiamo ai fiori, alla primavera, alla giovinezza - provoca in loro una fitta di desiderio. Il corpo invecchia, le forze ti abbandonano, i dolori non danno tregua, ma i desideri restano e riaffiorano sempre. Proditoriamente.
Giovanni Lischio vive a Pontelambro, in provincia di Como. Ha pubblicato i seguenti testi di poesia: 87 epigrammi - 1974; Uno a te, uno a me - 1976; Il letto di Procuste - 1980; E non sa Como - 1982; Il fiore del desiderio - 1995; Come per magia - 2000; 14 febbraio - 2002; Nomen omen - 2003; Parole d’aria - 2003; Donna di fiori – 2008. Ha pubblicato inoltre un libro di fiabe La porta delle meraviglie - 1999; uno di racconti Cerchio di figure - 2008; e la trilogia di gialli Finché morte... 2014; Le domeniche pericolose e Le coppie, specialmente - 2016. Nel 2013, con il volume Il lato maggiore e altri racconti, ha vinto il Premio Chiara per inediti.